Le frasi dette con la voce tremante, le paure confessate di notte, l’insicurezza cronica, il colore della mia maglia preferita. Ancora, la mania di toccare i capelli, le risposte fatte solo di versi stupidi, il modo in cui gesticolo, il bisogno estenuante di parole. Ancora, la lacrima facile, la risposta pronta, gli abbracci. Ancora, il profumo sulle mani, il segno dei morsi, certi silenzi. Ancora, gli occhi alzati al cielo, le mille esagerazioni, l’imprudenza, i discorsi insensati, i gesti folli. Ancora, le poesie dedicate senza pudore, i segreti, i progetti, le promesse. Ancora, il futuro sognato e segnato, l’incoerenza, la fuga costante, le voglie, le dita, le poche certezze.
In un lunedì in cui il sole ha fatto a botte con le nuvole, io mi concedo di litigare con le parole. Le metto in fila a caso, senza spiegare, così magari mi somigliano anche.